Cari amici PGS…
le Olimpiadi di Parigi si sono da poco concluse portando 40 medaglie all’Italia, che si posiziona tra i primi 10 Paesi del mondo nel medagliere olimpico. Certamente, tra gli sport di squadra, spiccano gli ori della Scherma e della Pallavolo femminili.
Lo sport a Parigi ci insegna che i grandi risultati sportivi sono frutto di programmazione, sacrificio, determinazione. Valori fondamentali anche nella vita.
Gli eccellenti risultati ottenuti nella pallavolo femminile si sono resi possibili ‒ oltre che per la capacità del coach Julio Velasco e la bravura delle atlete ‒ soprattutto perché da qualche tempo si è scelto di valorizzare il settore giovanile. Puntare sulle giovani generazioni e sulla speranza che i giovani esprimono rende questo gruppo davvero campione di speranza!
Una speranza che non guarda al colore della pelle ma alla determinazione di allenarsi insieme e di raggiungere con impegno e sacrificio i traguardi che oggi ammiriamo.
Campioni di speranza
E’ questo lo slogan scelto per accompagnare la nuova stagione sportiva, in comunione con il grande Giubileo del 2025, che ci vuole tutti “Pellegrini di speranza”. A questo proposito, così scrive il nostro caro Papa Francesco:
«Dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata, e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante. Il prossimo Giubileo potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza. Tutto ciò però sarà possibile se saremo capaci di recuperare il senso di fraternità universale, se non chiuderemo gli occhi davanti al dramma della povertà dilagante che impedisce a milioni di uomini, donne, giovani e bambini di vivere in maniera degna di esseri umani».
Purtroppo se lo sport unisce, la guerra divide. La speranza che lo sport possa concretamente costruire ponti, abbattere barriere, favorire relazioni di pace, è stata
ignorata. La tregua olimpica che sin dall’antichità veniva rispettata come tempo di pace, non è stata attuata.
E così da una parte celebriamo le vittorie olimpiche, dall’altra non riusciamo a far prevalere la speranza di pace nel mondo. Non dobbiamo abituarci ad un mondo in guerra! C’è bisogno che tutti, in questo anno sportivo e formativo, ci alleniamo alla speranza per costruire un mondo in pace, iniziando dall’educare i nostri ragazzi e ragazze negli allenamenti e nelle gare.
Lo sport è uno straordinario strumento di pace!! Allenarci alla speranza ci permette di unire lo sport alla vita, di vedere nelle sconfitte un’occasione di crescita e nelle vittorie un motivo di ringraziamento per il traguardo raggiunto. La speranza ci permette di vedere nel ragazzo e nella ragazza dei futuri campioni. Gli allenatori e i dirigenti sportivi hanno la responsabilità di scorgere il talento e di farlo crescere con pazienza e amore!
Il mito di Pandora può aiutarci a capire meglio cosa sia la speranza. L’apertura del vaso di Pandora scatena tante sciagure per la storia del mondo. Pochi, però, ricordano l’ultima parte della storia, che apre uno spiraglio di luce: dopo che tutti i mali sono usciti dalla bocca del vaso, un minuscolo dono sembra prendersi la rivincita davanti a tutto quel male che dilaga. Pandora, la donna che aveva in custodia il vaso, lo scorge per ultimo: i Greci la chiamano elpìs, che vuol dire speranza. Questo mito ci racconta perché sia così importante per l’umanità la speranza. Non è vero che “finché c’è vita c’è speranza”, come si usa dire. Semmai è il contrario: è la speranza che tiene in piedi la vita, che la protegge, la custodisce e la fa crescere. Se gli uomini non avessero coltivato la speranza, se non si fossero sorretti a questa virtù, non sarebbero mai usciti dalle caverne e non avrebbero lasciato traccia nella storia del mondo.
Ricordiamoci che la speranza ha bisogno di tanta pazienza! I tempi della speranza sono come quelli dell’educazione. Quante volte nella nostra azione educativa quotidiana ci sembra di non andare da nessuna parte, di non avere risultati immediati… poi, alzando un po’ lo sguardo, ci accorgiamo che nulla si perde, che un alleducatore, un dirigente non è mai solo e che ogni passo compiuto è un passo in più verso qualcosa di meraviglioso che pazientemente accade nei giovani atleti. Sostenuta dalla pazienza, la speranza ha ancora oggi una chance! Dobbiamo capirlo per primi noi adulti, dobbiamo praticare la pazienza nella nostra vita per comprendere gli orizzonti di speranza e per accompagnare davvero i ragazzi che frequentano le nostre realtà sportive! Nello sport come in ogni realtà pienamente umana, c’è la possibilità di scorgere la presenza del Dio della vita nel volto dei tanti ragazzi e ragazze che incontriamo. Ci viene affidato questo dono ma anche questa grande responsabilità di educare alla virtù rischiosa della speranza.
Corriamo questo rischio, per essere nel mondo campioni di speranza!
Buona stagione sportiva!
Sr Francesca Scibetta, Referente Nazionale FMA
Don Francesco Preite, Presidente Salesiani per il sociale